L’immissione sul mercato e la disposizione di una macchina industriale seguono, all’interno del mercato comunitario, le direttive e i regolamenti in materia di conformità. Talvolta emergono casi giudiziari che danno impulso al cambiamento mettendo in discussione i processi di normazione esistenti. Con quale risultato? Continua a leggere questo articolo per saperne di più.

Tempo di lettura: 3 minuti Difficoltà: Medium
21 Maggio 2024
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L’immissione sul mercato e la disposizione di una macchina industriale seguono, all’interno del mercato comunitario, le direttive e i regolamenti in materia di conformità. Talvolta emergono casi giudiziari che danno impulso al cambiamento mettendo in discussione i processi di normazione esistenti. Con quale risultato? Continua a leggere questo articolo per saperne di più.

Il processo standard per la normazione

L’Unione Europea indica attraverso direttive, recepite nei paesi comunitari, e regolamenti, di immediata attuazione, quali Requisiti Essenziali di Salute e Sicurezza devono essere rispettati ai fini della conformità del prodotto “macchina”.
La soluzione per la presunzione di conformità risiede nell’operare seguendo le indicazioni specificate dalle norme armonizzate alle Direttive o ai Regolamenti UE, in quanto, nonostante l’applicazione delle norme armonizzate non sia obbligatoria, esse rappresentano un’ottima guida.


Infatti, in caso contrario, qualora il fabbricante scelga di non attenersi a tali prescrizioni per la progettazione e per la costruzione della macchina, dovrà assumersi la responsabilità diretta di dimostrare la conformità del prodotto.

Le norme europee vengono elaborate, in accordo al Regolamento 1025/2012, dalle Organizzazioni Europee di Normazione:
• CEN (Comitato Europeo di Normazione)
• CENELEC (Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica)
• ETSI (Istituto Europeo per le norme delle telecomunicazioni)


Internamente, il procedimento è gestito dagli Organismi Nazionali di Normazione, che recepiscono il contenuto sotto forma di norme nazionali, depurando la legislazione da eventuali conflitti o ridondanze.

Le norme armonizzate sono norme peculiari, poiché elaborate su mandato dell’Unione Europea. Ad oggi, circa il 20% delle norme europee nasce in risposta a una richiesta di normazione da parte dell’UE, dove, a seguire, il passo che stabilisce quando la presunzione di conformità inizierà a produrre degli effetti, è la pubblicazione della versione definitiva della norma sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

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Perché la legislazione può subire dei rallentamenti

Negli ultimi anni il processo di pubblicazione e armonizzazione delle norme da parte della Commissione Europea sembra aver apparentemente subito delle inefficienze.
Il report quinquennale emesso dalla Commissione ai sensi del Regolamento 1025/2012 mostra, tuttavia, che nel periodo 2016-2020 l’impegno dell’UE si è fortemente concentrato sul riprendere un ritmo serrato, a fronte di alcuni casi giudiziari che hanno scaturito modifiche ponderate, ma significativi, al processo di armonizzazione delle norme UE.


Particolarmente emblematici sono i casi:
• JAMES ELLIOTT (Sentenza Corte di Giustizia Europea “ECLI:EU:C:2016:821” del 27 OTTOBRE 2016, CAUSA “C-613/14”)
• GLOBAL GARDEN ITALIA (Sentenza Corte di Giustizia Europea “ECLI:EU:T:2017:36” del 26 gennaio 2017, CAUSA “T-474/15”)


Entrambe le sentenze hanno contribuito a ribadire l’essenzialità delle norme armonizzate nell’ordinamento giuridico dell’UE, introducendo la possibilità di elaborare specifiche comuni.
Le specifiche comuni rappresentano soluzioni alternative per il raggiungimento della conformità nei casi in cui le norme armonizzate non siano presenti o sufficienti, fermo restando che le norme tecniche, per quanto di applicazione volontaria, si confermano lo strumento più attendibile per garantire la conformità di un prodotto, e per questo motivo debbano essere debitamente accessibili a cittadini e imprese.

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