Tempo di lettura: 5 minuti Difficoltà: Advanced
3 Gennaio 2023
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Nella lista dei buoni propositi del 2023 non può mancare per l’industria manifatturiera la scalata verso una digitalizzazione priva di rischi. Facile a dirsi, ma da dove partire? Qual è il tragitto consigliato per arrivare alla transizione digitale e, soprattutto, vederne ripagato lo sforzo?

La digitalizzazione dell’industria 4.0 inizia dalla cyber security.

Per quanto la strada sia tortuosa e non priva di fatiche, è proprio così: la cyber security può largamente favorire l’ascesa verso la transizione digitale.

Può farlo dando struttura a tale cambiamento, fino all’implementazione di piani di manutenzione predittiva, monitoraggi energetici avanzati o simili; di fatto, la cyber security aiuta le imprese manifatturiere a percorrere lo scivoloso terreno della condivisione dei dati delle macchine, evitando al contempo di essere vittima di attacchi o di violazioni della privacy.

Infatti, nel momento in cui viene presentata la necessità di una implementazione orientata alla digitalizzazione di un’area OT, il timore di non farcela è in genere legato a:

  • Violazione dei dati condivisi
  • Aumento dei rischi derivanti da un attacco, con conseguente blocco della produzione

Si tratta di contrattempi molte volte tutt’altro che infondati, ma è necessario allenarsi a comprendere che il rischio non è strettamente connesso alla transizione 4.0, ma alla situazione di cyber security già presente nell’impianto.

 

Avviarsi verso la transizione digitale senza valutare l’attuale postura di sicurezza informatica dell’impianto è estremamente rischioso.

Al contrario, effettuare un’analisi di sicurezza sullo stato di salute dell’impianto, e solo dopo procedere con la mitigazione di eventuali problematiche, minimizza il rischio insito nella transizione digitale.

Il risultato finale sarà un miglioramento in termini di efficienza produttiva legato alla digitalizzazione, ma anche un miglioramento in termini di postura di sicurezza complessiva.

Quindi, vie le paure e inizia la scalata. Rendere sicuro un impianto è il primo passo per raggiungere l’apice della sua digitalizzazione.

 

passaggi per digitalizzazione industria 4 0

 

 

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Ok, colto il punto, prima si fa la cyber security e poi si può parlare di digitalizzazione. Ma quanto è lunga questa salita?

Sono principalmente tre le soste intermedie che permettono di raggiungere la vetta.

La prima, paradossalmente, deriva da un argomento arcinoto all’ambiente industriale, che è la safety. Fino ad oggi safety e security sono state viste come argomenti separati che poco avevano in comune. Ormai questo pensiero è superato e l’approccio “non esiste più safety senza security” sta facendo breccia in molte realtà industriali.

La sola analisi dei rischi tradizionale non è più sufficiente: la cyber security va integrata in tutto il ciclo vita del dispositivo al fine di renderlo sicuro.

 

La seconda tappa riguarda il controllo decisionale e la necessità di compiere scelte il più oggettive possibile in merito alla cyber security. Tutti hanno ormai la percezione della sua importanza anche in ambito industriale.

Per questo, deve essere proposto un framework di gestione che, prima di entrare nel dettaglio della soluzione tecnica, consenta di stabilire le priorità degli interventi, oggettivando impatti e costi in modo che tempo e risorse vengano impegnate dove necessario.

 

L’ultimo sprint riguarda la certificazione di cyber security. Poter garantire che il proprio device, sistema, o impianto, rispetti determinate caratteristiche universalmente riconosciute sta diventando un must che fornirà un vantaggio competitivo importante nei prossimi anni.

L’unico strumento per raggiungere questo risultato è il conseguimento immediato di una certificazione la cui validità sia garantita nel tempo da enti accreditati.

 

Per affrontare questo percorso serve un approccio tecnico.

In poche parole, serve una struttura normativa che indichi gli obiettivi da perseguire lasciandoci liberi di selezionare le soluzioni tecniche più idonee. Non ci sono dubbi sulla scelta, la norma guida è la IEC 62443, che è divenuta a tutti gli effetti uno standard de-facto per l’OT.

 

Tuttavia, non è fondamentale essere camminatori esperti per cimentarsi in questo percorso; per arrivare in alto è necessario affidarsi alla guida giusta.

La nostra consulenza ha il preciso obiettivo di fornire soluzioni operative, le più idonee e tecnicamente rilevanti in base alle specifiche esigenze dei nostri clienti:

  • Abbiamo maturato esperienza nell’ambito della cyber security OT dal 2014
  • Testiamo le soluzioni di cyber security OT nel nostro laboratorio interno
  • I nostri tecnici sono certificati IEC 62443/ISA 99 (Fundamentals Specialist e Cyber Security Risk Assessment Specialist)
  • Siamo Specialisti nel campo dell’automazione e delle reti OT
  • Collaboriamo con i principali fornitori di tecnologie per suggerire sempre la soluzione OT più indicata
  • La nostra divisione interna BYHON è Ente Accreditato ANSI e ISASecure® per la certificazione di cyber security OT

 

Ci poniamo sempre come un advisor sopra le parti. Il nostro compito è garantire la totale imparzialità e trasparenza nel suggerire gli strumenti più indicati da caso a caso, fra i migliori nel panorama nazionale e internazionale, senza obiettivo alcuno di vendita di particolari prodotti, ma orientati alla sola soddisfazione dei bisogni dei nostri clienti.

Le nostre partnership nascono quindi per restare aggiornati sui prodotti e sulle ultime tecnologie, in modo da proporre sempre la soluzione più indicata e assicurare la completa risoluzione di ogni necessità in ambito safety e security. Per questo, siamo Digital Transition Partner di Siemens Italia e abbiamo collaborazioni attive con enti di certificazione e numerosi fornitori di tecnologie.

 


“Their flexible and innovative approach to Cyber Security Risk Assessment had been the key for the success of our conformity project according to IEC 62443 standards.” – Scarica la referenza

 

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